tutto è finito; infinita è soltanto
la molteplicità delle manifestazioni

La conseguita soluzione della spirale aurea

Eccoci all'epilogo di questo meticoloso percorso, che se da un lato è iniziato con­trap­po­nendosi alle più diffuse e superficiali esposizioni del fenomeno spi­ra­le, dopo le prime chiarificazioni dei rapporti che le col­le­ga al primario e­nun­cia­to dei cerchi aurei, ha presto finito con il doversi confrontare con le più varie manifestazione naturali che l'accompagnano con tutta evidenza.

Se siete giunti a questa pagina da un link esterno, dovreste conoscere al­me­no l'introduzione alla prima console, ideata ed allestita per consentire di com­pren­de­re e tracciare vere spirali auree direttamente online, con e­stre­ma facilità e precisione. Dalla lavagna integrata è reso possibile ac­ce­de­re ad una pagina della stessa indipendente dal testo; questa si è poi e­vo­lu­ta in una più avanzata, nella quale fosse possibile caricare ed elaborare spirali cor­ri­spon­den­ti ad immagini proprie, con una sezione help ap­po­si­ta­men­te ag­gior­na­ta, per poi inoltrarsi ad un ultimo stadio, com­pren­si­vo della spe­cia­le funzionalità scoperta e spiegata in questa pagina.

Quello che si è subito tradotto in uno sforzo non indifferente inteso a ve­ri­fi­ca­re delle effettive corrispondenze con organismi viventi, ha com­por­ta­to in primo luogo un riconoscimento delle diversità che regolano tali e­spres­sio­ni ge­o­me­tri­che presso i vari regni, anzitutto con una distinzione tra animali e ve­ge­ta­li, per poi passare ad aspetti astrofisici, per ora appena sfiorati.
Un'attenzione che può apparire esagerata per i primi esperimenti ripetuti u­ti­liz­zan­do la console costruita ad hoc, soprattutto per quel Nautilus ormai fatto simbolo portante della spirale aurea – che poi non è quell'unica ben nota ed inneggiata, ma è quella da me scoperta e sviluppata al termine del secondo stadio di ricerca – ha sottilmente introdotto e via via confermato con varie prove una serie di riflessioni, che nel caso specifico non i­po­tiz­zavano che un normale adattamento possibilmente giustificato da effetti di crescita e di ambiente.

Questa spirale a 144° infatti dimostrava di risolvere piuttosto bene vari casi con un minimo di approssimazione atto a focalizzare una sorta di clas­si­fi­ca­zio­ne per certe creature marine.
Ma non poteva bastare. La successiva posa in atto di una Galleria di im­ma­gi­ni e test effettuati e da effettuare, mi ha portato ad un nuovo impatto con il mondo vegetale, decisivo per rendersi conto di una problematica assai più complessa e profonda, laddove le spirali in gioco si ripetevano ruotando in quantità originate da un unico centro, e comportando seria dif­fi­col­tà il loro trac­cia­men­to, stante un'evidente irregolarità geometrica in quelle me­ra­vi­glie della natura, che tuttavia tanto la ostentavano.
Inevitabili compromessi, come la necessità di stabilire un raggio di partenza sufficente a compensare le anomalie dei primi stadi di sviluppo, non ba­stavano più, di fronte a curve che seguivano una traiettoria spirale solo fino ad un certo punto, per poi ripiegarsi su se stesse.


Questa è la pianta che mi ha messo alle corde al momento in cui ho tentato una spirale : una perfetta varietà di ‘Aloe polyphylla’, forse la più rap­pre­sen­tativa nel suo svolgere una struttura spiraliforme perfettamente a stella pentagonale, che a riprova di quanto ho introdotto riguardo a questa base po­li­go­na­le, ben giu­sti­fi­ca le quasi miracolose pro­prie­tà vitalizzanti e curative in molteplici di­re­zio­ni, ovunque rinomate fin da antiche civiltà.
Viene molto liberamente denominata “golden-ratio-aloe-plant”, anche se è im­pos­si­bi­le farla cor­ri­spon­de­re a quella spirale aurea – che però è la sola co­no­sciu­ta – se non con vo­lut­tu­o­sa fantasia.

aloe - spirali pentagonali
A dire il vero, ciò che maggiormente col­pi­sce, nel ten­ta­re una av­vol­gi­men­to spi­ra­le che cor­ri­spon­da alle sue vo­lu­te, è il do­ver con­sta­ta­re che l'an­da­men­to a spi­ra­le non è af­fat­to co­e­ren­te ad un pre­su­mi­bi­le mo­del­lo ge­o­me­tri­co, dal mo­men­to che non solo la cur­va di i­ni­zio cen­tra­le è più a­per­ta che nel­la cre­sci­ta me­dia, ma che ad­di­rit­tu­ra si rac­cor­da a cer­chio nel­la par­te e­ster­na del­la pian­ta, piut­to­sto come una cur­va che si po­treb­be de­fi­ni­re ‘di contenimento’.
Tanto da non poter nemmeno chiamarla spirale.

Non ho dovuto penare troppo per giungere ad una meta, che oltre a fornire una spiegazione anche metafisica plausibile, potrebbe porsi come il clou, con­se­gui­men­to polare di tutta questa ricerca, avviata su una parvenza di spirale irregolare, per scoprire solo alcuni dei misteri che l'accompagnano.
Esaminiamo i due lati della questione.
1. Qualunque spirale geometrica definita è sempre uguale a sé stes­sa, non ha inizio né fine misurabili; non ha centro, se non il suo asse vir­tua­le, né periferia.
È pura astrazione, più di quanto lo siano i poligoni.
2. Nel creato la situazione si capovolge, poiché tutto ciò che ha un i­ni­zio ha una fine: ogni sua manifestazione ha un punto o fase di par­ten­za, e ne ha una di completamento, che non è dato da una mera in­ter­ru­zio­ne geometrica ma da un processo che potremmo considerare conclusivo, come la conferma vitale di un avvolgimento che ha con­se­gui­to la sua precisa formazione.
Il lato illuminante è che tale evento risponde ad un principio di e­qui­li­brio naturale che vede due tendenze contrapposte: cen­tri­fu­ga e cen­tri­pe­ta in­te­ra­gi­re fin dal pricipio. Espansione e contrazione si at­tivano in pro­por­zio­ni differenti lungo tutto il percorso, talché nel momento stesso in cui la vita prende forma e si dilata, scatta la forza opposta che comporta il contenimento, potrei dire come un fat­to­re gra­vi­ta­zio­na­le, che si con­clu­de sempre circoscrivendo la realtà dell'oggetto, o del soggetto.
Matematicamente si potrebbe sostenere che ogni punto di spirale non risponde che alla semplice equazione che la determina; ma nella re­al­tà esiste una legge che impedisce ad ogni attimo di questo vettore po­ten­zia­le, solitamente interpretato come singolo, di proseguire la sua tra­iet­to­ria lungo la tangente; ed è questa legge che la natura e la stessa spi­ra­le ci indicano.

Se osserviamo con occhio clinico uno dei cinque sviluppi della pianta grassa, ci rendiamo perfettamente conto di questo effetto, che ac­com­pa­gna la creatura per tutta la sua esistenza, regolandone la cre­sci­ta entro un confine dato da un evidente equilibrio di componenti, sia fisiche che geometriche.
Naturalmente la specie vegetale, capace di reagire a fattori climatici nel giro di ore, è assai più sensibile a questo processo di quel­la a­ni­ma­le, so­prat­tut­to se dotata di guscio.

È una sorta di anti-spirale quella che mantiene la pianta, non soltanto quale ge­ne­ratrice della spirale in sé, come pure lo è in geometria, ma im­pe­den­do al suo stato biologico es­sen­zia­le di espandersi all'infinito; una forza che di caso in caso fa ripiegare più o meno la spirale su se stessa – la rende vitale – trasformando lo slancio iniziale ad alto tenore di φ in una sagoma praticamente cir­co­la­re, che riveste per un quinto la cir­con­fe­ren­za esterna accavallandosi alle altre quattro.
La chiamo anti-spirale per distinguerla da una definizione corrente di contro-spirale, attribuita comunemente ad una rotazione inversa, oraria o anti-oraria, anche se definizione relativa poiché il verso di rotazione di default, se e­si­ste, di­pen­de u­ni­ca­men­te dal punto spaziale di osservazione; lo stesso o­rien­ta­men­to dei gradi è solo una convenzione, che varia da un linguaggio di pro­gram­ma­zio­ne all'altro.
L'anti-spirale del resto non inverte il senso della spirale, ma ne frena la di­na­mi­ca, fino a capovolgerne l'effetto di espansione nel suo contrario.

Questa considerazione conduce infatti alla premessa fondamentale di fo­ca­liz­za­re la spirale effettiva, come l'espressione geometrica di due a­gen­ti com­ple­men­ta­ri: la ratio aurea nel crescendo della pe­ri­fe­ria, contro il per­no centrale del π.

Si tratta insomma di concepire la spirale non tanto come tratto ge­o­me­tri­co indefinito al di là di un'equazione, ma quale fattore spazio-temporale tan­gi­bi­le, espressione di un costante rapporto tra passato e futuro, proprio per questo fondato sul Φ, e dunque virtualmente go­ver­na­to dal π che ne è la ra­di­ce ed il baricentro.
Manifestazione e massima sintesi quindi delle due forze sempre in gioco, co­sti­tu­en­ti il principio universale della creazione.

Ed ecco compreso ancora di più l'implicito fascino della Spirale Aurea, po­i­ché me­glio di ogni altro trasmette il senso ed il mistero dell'incessante mo­­men­to vitale.

gli Sviluppi
Il miglior modo per ap­pro­fon­di­re e ve­ri­fi­ca­re fin dove pos­si­bi­le que­sta pri­ma in­tu­i­zio­ne, era e­vi­den­te­mente in­ter­ve­ni­re sul­la con­so­le, già al­le­sti­ta con ri­sul­ta­ti af­fi­da­bi­li, in­te­gran­do una nu­o­va fun­zio­na­li­tà, che ren­des­se ap­pli­ca­bi­le que­sta vi­sio­ne spe­ri­men­tan­do a­de­gua­ti pa­ra­me­tri ri­dut­ti­vi.
Aloe polyphylla- spirale da 36°xΦ
con la ant-spirale attivata a 270°
La pri­ma do­man­da che si po­ne ri­guar­da le mo­da­li­tà di in­ter­ven­to. Po­i­ché si ri­fe­ri­sce ad ar­go­men­ti di cre­sci­ta ma­te­ria­le, mi baserò su un in­cre­men­to per som­­ma­/ sot­­tra­­zio­­ne gra­dua­le an­zi­ché su mol­ti­pli­ca­zio­ne o po­ten­za.
Un fattore di com­ple­men­to, mol­ti­pli­candosi per il con­ta­to­re dei gra­di (che nel­la mia for­mu­lazione si e­sten­de da 1 a qua­lun­que ci­fra, con pa­le­se suc­ces­so) ver­reb­be ag­giun­to a quel­lo che sa­reb­be il sal­to di Raggio ad R × φ, al­lun­gandone in tal modo il tem­po e ri­du­cen­do la cur­va­tu­ra in mo­do sem­pre più ac­cen­tua­to con l'e­sten­der­si del­le volute. Nella figura sottostante il profilo in nero rap­pre­sen­ta la curva con salto del raggio di 36° × Φ ed uguale raggio di partenza, lasciata a sé stessa. Se vogliamo un tratto simbolico, 36 equivale a 360 / (2 × 5), una suddivisione di 5 per l'espansione e 5 antitetici.

Tuttavia ogni pianta potrà richiedere parametri diversi, o riadattati; ne ho ac­cennata un'altra nella galleria della console, ma è stato solo un primo ab­boz­zo, che tra l'altro ruota in senso inverso.
Bisogna tener presente in casi come questi che al centro il lato interno di ogni voluta copre quello esterno della successiva, falsandone l'ap­pa­ren­te cur­va­tu­ra iniziale; e che con riprese quasi mai perfettamente ortogonali, la stessa spi­ra­le e­la­bo­ra­ta su un primo angolo non si adatterà altrettanto bene alle altre.
E poi intervengono difformità naturali. In tale stretta sincronicità sim­me­tri­ca, garantita dallo spessore di foglie più o meno grasse, l'una o l'altra finirà fa­cil­men­te con il debordare.
Infine, una certa tridimensionalità su foto piatta può ridurre alla vista una spirale più larga.

Ho determinato tale parametro partendo da un valore interno a 360°, onde sta­bi­li­re un fattore di riduzione proporzionabile al co­ef­ficente angolare (1~359 o phi_leap – %) impostato dall'utente.
Come per un trattamento omeopatico, occorre micronizzare quel parametro al punto da renderlo applicabile per un effetto realistico, per­tan­to diviso per φ ×106 da cui phi_leap += ( degree × complement ); ove phi_leap è ap­pun­to la ratio aurea di partenza su 360° (in questo caso campo 8), oppure un pulsante di avvio della spirale; ratio alla quale verrà sommato ad ogni grado l'imcremento ctx.differential / φ ×106 per di più mol­ti­pli­ca­to per il numero dei gradi, quindi ratio rapportata in modo crescente al­l'au­men­to della curva. Si tratta ovviamente solo di un primo tentativo.

Così in questo caso la spi­ra­le si ­av­volgerà al pe­ri­me­tro del­la pian­ta, rien­tran­do ad­di­rit­tu­ra se do­ves­se con­ti­nua­re; fino ri­con­giun­ger­si si­ste­ma­ti­ca­men­te al suo cen­tro qua­le e­stre­ma con­se­guenza.
La figura a lato ne fornisce un esempio, basato su­gli stes­si pa­ra­me­tri del­la pian­ta di cui so­pra, ma par­ten­do da rag­gio 10 per mag­gior vi­si­bi­li­tà, e ri­av­vol­gi­men­­to ov­via­men­te più con­te­nu­to del­l'e­span­sio­ne i­ni­zia­le, ma del tut­to re­go­la­re, scan­di­to da un cri­te­rio au­re­o (la co­lo­ra­zio­ne è solo un effetto grafico che accompagna la vista).

Comunque si voglia interpretare questa esposizione, risulta impossibile ap­pli­ca­re ad una tale pianta – ancorché di tanto prestigiosa simmetria – una qual­sia­si spirale ri­spon­den­te al criterio usuale, chiamato aureo; le si può intitolare il nome sul web, ma niente più di questo.

i ritocchi pragmatici
Per implementare questa nuova possibilità sperimentale, ho dovuto ap­por­ta­re alcune modifiche a quanto già svolto, ottimizzando spazi ed icone per man­te­ne­re il tutto compatto nel cruscotto.
Ormai è chiaro che le prime sette modalità auree implementate alla con­so­le, pur affermando una precisa teoria sull base dei cerchi aurei, non e­sa­u­ri­sco­no la gamma delle possibilità, giacché la Divina Proporzione è presente ad ogni livello di esistenza.
Nondimeno l'ottava personalizzabile può soddisfare qualsiasi caso, come pure simulare le precedenti, anche in aggiunta con variazioni di colorazione e spes­so­re; per non estendere inutilmente la tastiera con una miriade di casi che si possono presentare, ma soprattutto per garantire uno strumento ef­fi­ca­ce e ne­ces­sa­rio ad una ri­cer­ca au­ten­ti­ca mancava quindi giu­sto que­st'ul­ti­ma chan­ce, ve­ro­si­mil­men­te in­te­gra­ti­va di una più realistica con­ce­zio­ne delle spirali.
Per farle spazio ho sostituito i tasti per le liste numeriche con le rispettive i­co­ne: [full#] #, [module#] $ e [clear] con /
L'icona % fa la sua comparsa con accanto il campo di input del parametro di riduzione, che in sostanza al­lun­ghe­rà sempre più il salto del Raggio al suo va­lo­re × φ, aumentando così la curvatura.
Disattivandola, la nuova lunghezza può rendere la curva ineseguibile.
Att.ne: quando viene at­ti­va­ta può ri­chie­de­re di raddoppiare o triplicare la lun­ghez­za spirale, poiché la densità dei punti può rendere il disegno una spe­cie di buco nero intorno al centro.
È qua davvero il caso di soffermarsi, per estrapolare un varco inaspettato.
Quando si pensa o descrive una spirale aurea, per una legge quasi fi­sio­lo­gi­ca la si concepisce nella più ampia delle viste da un minimo iniziale ad una mas­si­ma espansione immaginabile, ma con estremi sempre con­te­nu­ti nella pe­ri­fe­ri­ca a cui demandarla, e soprattutto nella nostra potenzialità per­cet­ti­va e quin­di di simulazione mentale.
In realtà, non potremmo figurarci un avvolgimento al centro tanto denso e con­cen­tra­to da superare cifre che siamo in grado di rappresentare solo nu­me­ri­ca­men­te, ma non graficamente.
C'è da dire che vir­tual­men­te l'ap­pli­ca­zio­ne di zoom può penetrare questo spa­zio geometrico oltre ogni limite, sempre che questo abbia una ragion es­se­re, proprio perché la spirale sarà sempre uguale a se stessa, almeno in un si­ste­ma tri­di­men­sio­na­le, qualunque porzione se ne riproduca.
Ma eccoci ad un punto che riconduce al mistero insoluto dei buchi neri, meglio definiti come “spin­ning black hole”, al quale avevo dato cenno nel 2010 in una pagina del mio lavoro risolutivo dello Śrī Chakra yantra.


“Astronomers Found a Black Hole Rotating So Fast, It Could Be Spinning Space Itself”

Sono generalmente accompagnati da vortici di spirali sempre più serrate, e­spres­sio­ne intrinseca perenne della proprietà aurea – Φ inversa qua de­li­ne­a­ta, fino ad apparire come cerchi concentrici.
Lo si può osservare abbastanza bene prolungando un'anti-spirale ai limiti della risoluzione video e notandone l'andatura.
spirale aurea libera, e compressa da anti-spirale fino ad 8000 px

Fosse anche derivante da un influsso stellare, questa è la curva che ac­com­pa­gna un tipo di aloe, la cui anti-spirale si concentra presto so­vrap­po­nen­do­si nei pixel dello schermo.
Si noti che la proiezione grafica [turchese] è quella di una sola spirale au­rea, con una ratio φ di (360°/5)/3, ove (360°/5) = 72° modula ciascuna delle 5 serie di foglie o brattee, che per l'appunto si avvolgono nell'intera pianta; ma che si av­vi­ta nella planimetria dei cinque bracci solo riducendo ad 1/3 il suo rapporto a φ. Dopodiché (per nostro approccio) anzi simultaneamente in­ter­vie­ne un'an­ti­-spi­ra­le di 3/4 di cerchio (270°), del cui effetto si osserva la con­ti­nua­zio­ne in rosso, fino all'addensamento centrale.
È evidente come a differenza dallo slancio dell'apertura iniziale, la spirale si rac­col­ga con volute sempre più regolari e concentriche.
Nondimeno in questo caso di una struttura vivente che, come ho premesso, e­sal­ta particolarmente il potenziale della simmetria pen­ta­go­na­le, le spirali glo­ba­li dovranno essere cinque, ed il loro effetto atteso si ma­ni­fe­sta con mag­gio­re evidenza, benché dia luogo ad un centro ancor più saturo, che tuttavia in­tro­du­ce a sua volta la ragion d'essere del buco nero rotante.
Si vedono sfiorando l'immagine, e cliccando si attiva un confacente zoom.
Certo che il maggior dettaglio di un in PDF avrebbe ripercorso meglio l'effetto cen­tra­le delle im­ma­gi­ni soprastanti, ho provveduto a realizzarlo, non senza ot­te­ne­re una rin­no­va­ta evidenza: infatti come si può ben vedere con uno zoom al limite [clic per il PDF], ad un certo punto la flessione si esaurisce, per de­li­ne­a­re un vuoto al suo in­ter­no, non raggiungibile dal grafico javascript, che for­se non potremo interpretare come spazio, ma solo come un campo di­na­mi­co inesplorato.

Una zona franca tra due campi di forza opposti e complementari, che si sta­bi­lizza come un varco creativo e distruttivo insieme, di emanazione e ri­as­sor­bi­men­to.

Le simulazioni sono tante, le certezze poche; forse questo paradigma del­l'an­ti-spi­ra­le potrà contribuire a comprenderne la dinamica, pro­po­nen­do­si alla mia percezione con una portata di gran lunga superiore a quella del presupposto principio gra­vi­ta­zio­nale.

Tali salti grafici naturalmente variano secondo le proporzioni di ciascun pul­san­te, ed occorrerà molto studio per focalizzare i parametri e le formule ap­pro­pria­te, questo non può essere che un approccio iniziale, publicato sul na­sce­re per dare avvio al progetto.
Il suo valore va espresso in gradi, più alto sarà, maggiore l'effetto riduttivo, fino al valore circolare rapportato a 360 (su questo concetto dovrò ri­tor­na­re); e per coerenza anche quello della preesistente opzione 8 ora è ri­chie­sto in gradi. Purtroppo alcune immagini già postate recano nel campo dati la for­mu­la­zio­ne precedente in decimi di cerchio, e se non le ricostruisco è an­che per mantenere distinte le varie fasi del lavoro.

La Galleria abbinata alla console potrà servire ad accentuare la curiosità, ma anche a mostrare alcuni risultati probanti, benché solo abbozzati, come un in­vi­to a perfezionarli direttamente.


Mi auguro quindi sempre più che lo strumento che ho realizzato possa contribuire a di­pa­na­re l'affascinante matassa.

[continua…]

soluzione perfetta delle Spirali Auree



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