Oltre i confini, o dietro i confini?

la Quintessenza della spirale aurea


Spirale aurea per cinque cerchi aurei
e la sezione aurea nel pentagono
  • La quinta costeggia splendidamente comunque la si rivolti il pentagono con­fi­gu­ra­to, la struttura po­li­go­na­le che meglio rappresenta la proporzione au­rea; e non compaiono più quadrati e rettangoli. Se la spirale a quattro pareti ripropone il ritmo della vita, questa pare esprimere un grido di gioia!
    Spirali auree del passo di
    quattro / cinque cerchi aurei
    sintonizzate al pentagono

    Non ritengo vi siano va­li­de ragioni, a parte la po­ca in­for­ma­zio­ne, per as­so­cia­re al pentagono la spi­ra­le clas­si­ca, basata sul qua­ter­na­rio; tuttavia se un in­di­scu­ti­bi­le prin­ci­pio ar­mo­ni­co ne af­fer­ma la sin­to­nia anche con il co­strut­to ge­o­me­tri­co del 5, non ri­ma­ne che pren­der­ne a­tto con i prin­ci­pa­li due e­sem­pi che non han­no l'a­ria di for­za­tu­ra, qua originati dal­lo stes­so im­pian­to aureo del pen­ta­go­no, da me ricavato e di­mo­stra­to nella pagina de­di­cata (al paragrafo successivo al link per la presente).
    La si rileva dal­l'ap­pli­ca­zio­ne di due a due dei 4 cerchi aurei concentrici, che amplifica il pen­ta­go­no ca­po­vol­gen­do­lo, per rag­giun­ge­re ogni quat­tro l'in­cli­na­zio­ne di par­tenza.

    Di fatto le spirali, anzi la spirale, parte dal centro del poligono per incontrare si­ste­ma­ti­ca­men­te: [1] con una sua angolazione i soli vertici in espansione suc­ces­si­va, [2] con l'altra solo i lati per tan­gen­zialità, come è ovvio dato il de­no­mi­na­to­re co­mu­ne: due cerchi aurei che conferiscono specularità al pen­ta­go­no ogni 180°.
    Dal canto suo, la spirale a cinque passi ruotata opportunamente, raggiunge nei poligoni in scala φ² ad ogni quarto cerchio aureo, sia come tangente il quarto lato successivo sui cinque del pentagono concavo, che il quarto ver­ti­ce del convesso. Non ricerco ulteriori combinazioni possibili.
    Tutto ciò che ha un inizio
    ha una fine, ma non la spirale
    È qua il caso di rammentare che il primo fattore che potenzialmente di­stin­gue il cerchio dalla spirale è che mentre il cerchio può assumere un nu­me­ro in­de­ter­mi­na­to di misurazioni del raggio e della circonferenza, dando luo­go ad una in­fi­ni­ta quantità di cerchi diversi uno dall'altro, la spirale è una so­la, non sog­get­ta ad alcun tipo di ingrandimento o di dif­fe­ren­zia­zio­ne, se non nel­l'ap­pa­ren­te angolo visuale di un suo tratto circoscritto.
    Sfiorando l'immagine sottostante, si apre una panoramica pu­ra­men­te il­lu­stra­ti­va che, per quanto accurata, contiene inesattezze dovute ad un'im­prov­vi­sa­zio­ne a mano libera in cui ci si può perdere, tra­boc­can­do di sor­pren­den­ti ri­spon­den­ze – tutte verificabili in ratio Φ – che sti­mo­lano l'in­da­gine, ove uno studio più attento potrebbe ri­ser­va­re altre me­ra­viglie.


    Lo slancio di questa spirale è di per sé dav­ve­ro e inaspettatamente tra­i­nante; a non è tutto…

      febbraio 2023 – la rivelazione finale
    Ma il meglio doveva ancora arrivare. Meditare sul triangolo stellato del pen­ta­go­no dopo aver appurato le proprietà della spiraloide (che seguiva questa pagina - link in fondo) mi ha portato a comprendere quanto de­ter­mi­nan­te sia la sua influenza nel mondo naturale, e mi ha colto come un'il­lu­mi­na­zio­ne la certezza che ad esso, e non alla spirale classica u­ni­ver­sal­men­te praticata, si dovesse lo sviluppo di più forme biologiche e quant'­al­tro.
    La console che avevo approntato per tracciare qualunque tipo di spirale di ratio aurea era là, pronta ad eseguire tale compito e darmi la risposta di con­fer­ma, e tant'è.
    La conferma è inequivocabile; per meglio comprendere, esamineremo la que­stio­ne facendo storicamente un passo indietro.
    Come tutte le scuole insegnano, il modo più immediato per disegnare ge­o­me­tri­camente la sezione aurea parte da un quadrato, centrando a metà della base un arco con raggio ad un vertice del lato opposto.
    Grazie al teorema di Pitagora, il suo punto di incontro con il prolungamento della base segna la lunghezza (5+1)/2 in rapporto φ con il lato, e da quel punto si erige quel rettangolo di altezza pari al quadrato, ben noto come aureo, avendo i lati adiacenti nella suddetta proporzione tra loro.
    Costruendo poi un quadrato su un lato lungo, si dà spazio ad un nuovo rettangolo aureo complessivo ruotato di 90°, procedura ripetibile al punto da ispirare, come d'ufficio, quel collegamento di archi che simulando l'an­da­men­to a spirale danno l'idea, benvista se pur ingannevole, di quella co­mu­ne­men­te acclamata come spirale aurea.

    Il vero problema che ne consegue non è tanto l'errore geometrico, cui quasi tutti indulgono, bensì il fatto che a detto grafico si è preteso di at­tri­bu­i­re la crescita di conchiglie a spirale e ben altro, e si continua sempre più a pre­tenderlo fino all'aberrazione d'uso della serie numerica di Fibonacci (che di questo non è certo responsabile), insistendo a sovrapporre immagini e gra­fi­ci che non collimano mai, né potrebbero; e non solo perché detta spirale privata delle cornici rettangolari appare visibilmente brutta, schiacciata ed irregolare, ma perché è troppo ampia per certi molluschi, a cui viene so­vrap­po­sta come se niente fosse.
    Credo di poter condividere la frustrazione sotterranea derivante da tali discrepanze, an­che se per lo più si tende ad ignorarle, stante un istintivo - an­cor­ché i­nap­pa­ga­to – anelito verso l'ar­mo­nia; e sono ben felice di poter infine offrire a tutti la vera soluzione, risultante da uno sforzo impegnato e per niente leg­gero.

    A questo punto comunque va sottolineata la premessa scomoda ma effettiva, che l'aver potuto scoprire la sezione aurea per mezzo del te­o­re­ma di Pi­ta­go­ra ha finito con l'ingabbiare il nostro pensiero in quel ret­tan­go­lo, e nel suo suggestivo e facile sviluppo, come se fosse l'unica, o la più rappresentativa ap­pli­ca­zio­ne della spirale.
    Diciamo pure che ci ha portati sulla strada, ma anche incanalandoci in una strada a senso unico; infatti il metodo derivato dal rettangolo, pur sollevando in nostro entusiasmo, non poteva essere di per sé sufficente a rappresentare tutte le forme di armonia evolutiva, non coprendo la gamma aurea al com­pleto.
    Ricalcare poi il metodo sul triangolo non ha condotto che a vaniloqui sce­ni­ci, privi di riscontro in natura, e comunque geometricamente ancora più in­fon­da­ti. Evidentemente non era la via giusta, e tuttavia questo mio studio ha di­mo­stra­to che un fondo di verità può aver sospinto tanta in­si­sten­za generale.

    Per quanto mi riguarda, quasi mi rimprovero di non averci pensato prima, coinvolto com'ero a definire le tipologie di spirali fondate sui moduli tra­di­zio­na­li di quarto e terzo di cir­con­fe­ren­za, al termine dei quali ho collocato anche quello che ha dato inizio a questa pagina. Ma avevo trascurato pro­prio il più importante, magari il più nascosto… ma non per questo meno convincente.
    La duplice valenza del pentagono, motore della crescita vitale ed e­si­sten­zia­le introdotto nell'aggiornamento della sezione dedicata ai poligoni, oltre alla spirale aurea basata sulla cadenza convessa di 5 cerchi aurei, me­ri­ta­va di essere svelata nel suo ritmo dimezzato di 2.5, equivalente a 144°, che è l'an­go­lo tra i vertici del pentagono concavo.
    Nella mia prima lavagna console infatti non figurava, ma applicando al pul­san­te [@] il parametro di 144° con 0,4 ho ottenuto un tracciato a piena pagina con esito molto interessante.
    La curva infatti si presenta subito più contenuta della spirale classica, e tanto più confacente alla maggior parte degli esempi, da poter essere ritenuta la spirale più realistica; e così ho provveduto ad integrarlo.

    Non potevo che provare ad ap­plicarla ai miei pri­mi test, ricordi del passato, e per pri­ma, proprio la conchiglia di cui conservo solo la porta mi ha fornito con il suo distaccato rigore la più gradita delle conferme.
    Sebbene non partissi che da una vec­chia im­ma­gi­ne ar­chi­via­ta, è e­vi­den­te che nes­su­no è per­fet­to, né i mol­lu­schi, né le ri­pre­se fo­to­gra­fi­che per il no­stro sco­po; né i pun­ti di ta­glio ver­ti­ca­le ri­spet­ta­no e­sat­ta­men­te la metà sim­me­tri­ca del gu­scio, il che sul lato ter­mi­na­le può a­ve­re de­ci­sa influenza.

    L'immagine a dimensione na­tu­ra­le del­la por­ta di mol­lu­sco a suo tem­po la ot­tenni da scan­ner, per es­se­re cer­to del­la di­men­sio­ne na­tu­ra­le e sen­za de­for­ma­zio­ni pro­spet­ti­che, e qua la spi­ra­le è net­tamente di­se­gna­ta dal mol­lu­sco stes­so, non da un in­ter­ven­to grafico.

    Pur essendo visibilmente equiparabile a quella del Nautilus, che ne segue l'andatura fino al punto in cui la crescita si arresta, le sue e­si­gen­ze funzionali sono ben diverse.
    Si noti che lo svolgersi della spirale della conchiglia si ferma al suo punto di tangenza con l'anello ovale esterno, momento di avvio della sua con­for­ma­zio­ne pro­tet­ti­va, che pare contrassegnato dalla crepa trasversale in­ter­ve­nu­ta nell'ossatura probabilmente a causa della cottura del mollusco.

    L'a­ve­vo infatti rac­col­ta in­sie­me ad al­tre spar­se in ter­ra, fra le ce­ne­ri di un bar­be­cue.
    L'intero ovale ov­via­men­te non ha a che ve­de­re con la spi­ra­le se non per la pro­pria di­la­ta­zio­ne glo­ba­le vol­ta a chiu­de­re il mol­lu­sco nel suo gu­scio cer­ta­men­te spi­ra­liforme.
    Per rispettare il senso an­tio­ra­rio del­la spi­ra­le vo­lu­to dal ja­vascript, ho do­vu­to ri­flet­ter­la o­riz­zon­tal­men­te.

    Ho poi aggiun­to an­che que­sta op­zio­ne, ag­gior­nan­do l'Help a vari pas­si ed u­ti­lities; ma qua la­scio il la­vo­ro ap­pron­ta­to da prima.

    È anche interessante notare che avendo questa la funzione di ‘porta’ che richiude e protegge il mollusco come l'Astrea Rugosa nel suo guscio spi­ra­liforme e profondo, verosimilmente con uno sviluppo aureo di 3/4 come la quar­ta conchiglia esposta nella galleria della console, la sua crescita con ratio φ a 144° all'interno del guscio denota l'identico sviluppo spiraliforme anche tra­sver­sa­le del guscio stesso.
    In buona sostanza, il rapporto aureo (non genericamente logaritmico) mostra di intervenire in ogni modalità e direzione in cui evolva la natura.


    Persino una stella marina, abbandonata sul bagnasciuga da una mareggiata, di­mo­stra a suo modo come la spirale possa essere considerata motore della cre­sci­ta vi­ta­le, quanto meno ai primi stadi dell'evoluzione. Questa speciale creatura, un essere straordinario che fa innamorare gli studiosi per le sue ca­pa­ci­tà – e chissà perché, mi fa pensare all'atomo magnetico scoperto da Pier Luigi Ighina – avrei potuto adottarla quale emblema delle qualità del pen­ta­go­no in biologia; ma sono in ritardo, lascerò che siano altri a farlo.
    La sua struttura finita estende orizzontalmente e in piano cinque braccia di­re­zionate in simmetria radiale a stella, da cui il nome scien­ti­fi­co ‘asteroidea’; quin­di con figura pentagonale perfettamente definita e mantenuta dal corpo cen­tra­le, sen­za al­cun le­ga­me con una for­ma­zio­ne a spirale nella sua vita da ferma o in mo­vi­men­to.
    Stella Marina all'ultima spiaggia
    Eppure al momento della sua fine essa mostra di volersi ergere dal ter­re­no su cui poggia, sol­le­van­do­si appunto sulle sue braccia raccolte a spirale (al­cu­ne sem­bra­no rotte alle punte), forse ad esprimere così il supremo a­ne­li­to ver­so l'elevazione alla sua sorgente vibratòria, laddove una creatura di qual­si­a­si altra specie si sarebbe accasciata inerte; e questo in una mo­ven­za che si rifà mol­to alla curva di cui sto parlando, nativa dalla stella a cinque punte.
    In fondo anche i chakra del corpo umano seguono la spirale ciascuno di un pro­prio vor­ti­ce; for­se sarebbe il caso di stu­diar­ne il numero dei petali, o raggi, per ar­ric­chi­re la gamma del­le frequenze auree.


    Anche questa conchiglia si adatta vi­si­bil­men­te alla spi­ra­le a 144°, ma mi è dif­fi­ci­le ren­de­re la sua con­si­sten­te di­la­ta­zio­ne po­i­ché si svi­lup­pa mol­to sui tre assi e qua­lun­que foto è li­mi­ta­ta dal­la pro­spet­ti­va, al pun­to che sa­reb­be qua­si im­pos­si­bi­le an­che se­zionarla, a dif­fe­ren­za del Na­u­ti­lus che tende a mantenere una certa planeità.

      Marzo 2023
    Per dissolvere ogni dubbio ed aiutare nella ricerca, produrrò a confronto al­cu­ne ri­costruzioni di immagini già vedute o nuove, sotto la spirale aurea vera intestata al triangolo di derivazione pentagonale; prove che do­vreb­be­ro con­vin­ce­re una volta per tutte ad abbandonare presentazioni erratiche.

    Perciò ritorniamo al Nautilus, or­mai em­ble­ma ma­ri­no del­la ra­tio au­rea, co­min­cian­do da un classico, almeno per me, avendolo adottato come wall­pa­per per l'accesso al mio sistema fin da win­dows­8; forse uno dei tanti, o rari, se­gni del de­stino.
    Se osserviamo attentamente qualunque a­rea cen­tra­le, possiamo no­ta­re già da sola una no­te­vo­le di­scre­pan­za tra le pro­por­zio­ni con­se­gui­te nel­la cre­sci­ta, ed il rap­por­to au­reo ri­spet­to al­l'i­po­te­ti­co centro.
    Inoltre le due frec­ce verdi sono uguali e in­di­ca­no la stes­sa ampiezza a di­stan­za di ben 90°.
    La stessa differenza tra le dimensioni e la frequenza dei primi cinque com­par­ti, e quelle di uno sviluppo ormai regolare, insegna che per ovviare allo stadio di assesamento i­ni­zia­le sarà necessario regolare il raggio di partenza della spirale. Attenti però, a che modificare il raggio interviene su tutta la collocazione della spirale su una figura di fondo, poiché fa partire sempre la curva da 0° (in basso) e quindi può avvicinare o allontanare dalla soluzione dovendo risistemare i parametri di ratio e rotazione, che per una spirale equivale ad uno zoom. Ciò è valido per le immagini fin qua pubblicate con i relativi parametri; ma ho modificato il codice in modo da fargli seguire la spirale, che così rimane fissa qualunque sia il raggio da cui parte.
    Le immagini successive si distingueranno per un cruscotto di colore diverso.

    prima fase Nautilus Raggio: 9, spirale 1/4
    È chiaro che la prima fase di con­for­ma­zio­ne nello sviluppo di un organismo spi­ra­liforme si ma­ni­fe­sti in una mo­da­li­tà di e­span­sio­ne as­sai più am­pia di quel­la me­dia che pren­derà for­ma nel­la cre­sci­ta nor­ma­le: cor­ri­spon­de alla cur­va au­rea 2 (di ra­tio φ a 90°) per un'in­te­ra ro­ta­zio­ne, for­se an­che di più ver­so il cen­tro, per poi abbandonarla ra­pi­da­men­te, pro­prio ove se­guo­no al­cu­ne ca­me­re come di as­se­sta­men­to, ir­re­go­la­ri ri­spet­to a tut­te le al­tre che se­gui­ran­no; e che lo sta­dio fi­na­le ten­derà probabilmente alla con­tra­zio­ne, come un ri­pie­gar­si su se stes­so per una cre­sci­ta giun­ta a con­clu­sio­ne, in­tor­no a 30~33 scom­par­ti.
    Nelle due figure di Na­u­ti­lus poste a confronto via console, si può notare a pa­ri­tà di parametri che il profilo di uscita del nautilus-windows è esterno a quel­lo più rispondente del secondo; ma quel che conta, tutto il corpo di en­tram­bi si uniforma a sufficenza alla nostra spirale 7.

    Per poterlo elaborare nella console con un formato minimo di 600px, ri­spet­tan­do il centro delle spirali a cui avrei dovuto spostarlo, e la sua e­sten­sio­ne orizzontale ho dovuto ruotarlo di 180°, quindi posizionarlo ad x=131, y=391; dopodiché ho avviato i primi tentativi, che da 0.4 mi hanno portato ad un passo di 0.4634. Anche questo limite verrà risolto in una nuova versione.

    Poiché la ro­ta­zio­ne di 180° va­le an­che per la spi­ra­le, do­po ogni pri­mo clic @. ver­reb­be ruotata al­tret­tan­to, quin­di per ul­te­rio­ri test di am­piez­za va can­cel­la­ta la spi­ra­le pri­ma di trac­ciarne una nu­o­va.
    Per au­men­ta­re in­ve­ce spes­so­re al­la cur­va ri­pe­ten­do i clic por­ta­re Rot a 0.
    Il pri­mo ri­sul­ta­to, non sen­za un leg­ge­ro com­pro­mes­so è sta­to questo a lato.
    Con­si­de­ra­ta per prima la di­ver­gen­za del pro­fi­lo in u­sci­ta, ho vo­lu­to su­bi­to con­fron­tar­lo con un al­tro Na­u­ti­lus, ov­via­men­te molto si­mi­le, e subito con u­gua­li pa­ra­me­tri, il risultato si è quasi capovolto, in quanto la spirale termina al­l'in­ter­no del guscio.
    Cercando di e­vi­den­zia­re le dif­fe­ren­ze tra i due, li ho so­vrap­po­sti, ruo­tan­do il 2° fino a far com­ba­cia­re lo sta­dio di ma­tu­ra­zio­ne del mol­lu­sco. Sfio­ran­do l'im­ma­gi­ne che pre­ce­de, si no­ta­ quel­la cer­ta dif­fe­ren­za ne­gli sta­di di svi­lup­po, che ren­de le dif­fe­ren­ze pur mi­ni­me nel­l'an­da­men­to a spi­ra­le.
    Là la spi­ra­le ap­pa­re più scu­ra fino a tut­ta la so­vrap­po­si­zione.
    3 Nautilus a confronto
    È scontato che queste esistano tra un in­di­vi­duo e l'altro di qualsiasi specie; ma per quanto ri­guar­da la crescita a spirale, essendo scopo del­la trat­ta­zio­ne la corretta attribuzione del tipo di spirale, ho voluto e­vi­den­zia­re la problematica cen­tra­le mettendoli a con­fron­to con un terzo.
    Un primo sviluppo cellulare ed il decadimento riduttivo del­l'in­vec­chia­men­to potrebbero non es­se­re equamente rispondenti dall'inizio alla fine; e ­le va­rie fasi di cre­sci­ta incontra­no sol­le­ci­ta­zio­ni am­bien­ta­li non­ché pres­sio­ni strut­tu­ra­li di va­rio or­dine.
    Va tenuto conto che ri­gon­fia­menti o de­for­ma­zio­ni strut­tu­ra­li i­ni­zia­li an­che leg­ge­re e non si­gni­fi­ca­tive per il sog­get­to pos­so­no com­por­ta­re de­via­zio­ni sem­pre più con­si­sten­ti a rag­gio cre­scen­te di una spi­ra­le, an­co­r più che in qual­sia­si traiettoria. Naturali differenze e sproporzioni più o meno avvertibili fanno sì che dal punto di vista ge­o­me­tri­co, la fase iniziale dello sviluppo non possa risultare rappresentabile se non con una curva che parta da un raggio minimo, in que­ste im­ma­gi­ni pre­su­mi­bilmente in­tor­no ai 20 pi­xel; e co­mun­que lo stes­so tes­su­to or­ga­ni­co non po­treb­be par­ti­re con rag­gio =1.
    Ed ecco infatti un netto miglioramento pro­prio sul ‘Na­u­ti­lus win­dows8’ che, ol­tre a ve­der col­li­ma­re la spi­ra­le sul trat­to fi­na­le in cui pri­ma rien­tra­va, giu­sti­fi­ca un lie­ve as­se­sta­men­to del cen­tro ad x=136 per un pas­so di 0.44, ancora più vi­ci­no allo 0.4 del­la spi­ra­le stel­la­re, che si ri­af­fer­ma come la do­mi­nan­te in luogo della 0.25 ret­tan­go­la­re, la sola ge­ne­ral­men­te pro­po­sta ed a­dot­ta­ta sen­za ra­gio­ne ef­fet­tiva.
    Qualcuno tra gli osservatori più seri lo aveva già ri­mar­ca­to, ma solo per ri­pie­ga­re su un concetto di lo­ga­rit­mi­ca, non valutando a suf­fi­cen­za la portata della Divina Proporzione nel­l'e­si­sten­te. È la ratio aurea infatti a dirigere l'espressione energetica del­l'In­tel­li­gen­za creatrice.
    La definizione di lo­ga­rit­mi­ca del resto non fa che produrre spirali in­dif­fe­renziate di qualunque tipo, cioè prive di una classificazione motivata; a­dat­tar­ne una ad un organismo non dimostra quasi niente.
    Vari campioni di Nautilus che ho esaminato si attestano intorno a 0,44, e probabilmente si può scoprire di meglio.
    A lato la minore differenza tra le due spirali a raffronto; quella a parametro 0,4 (144°) e quella più ridotta, a 0,44… (e­la­bo­ra­ta ora a 0,44945).
    In effetti vi è un aspetto di cui tener conto: il taglio in sezione del mollusco dif­fi­cil­men­te sa­rà eseguito al centro verticale preciso tra i due lati, data la dif­fi­col­tà e la non necessità di una simile accuratezza per scopi il­lu­stra­ti­vi che non trattano esatta geometria ma bio­lo­gia marina. Verrà scartata la metà fo­to­gra­fa­ta eventualmente eccedente sul bordo, per invece riprodurre quella piana, leg­ger­men­te più ridotta rispetto all'estensione totale.
    Ciò potrebbe in parte spiegare la tendenza delle varie foto da me testate, a risultare interne ad una spirale a 144°, portando il parametro a circa 160°.
    spirale su Nautilus vivente con φ a 144°
    Infatti, un test su una foto del mol­lu­sco vi­ven­te si a­dat­ta mol­to bene alla spi­ra­le in og­get­to, di 144°, anzi sem­bra star­ci stret­to.

    A conclusione del pre­sen­te stu­dio, si può co­mun­que de­dur­re che le op­zio­ni di svi­lup­po a spi­ra­le di que­sti e tan­ti al­tri mol­lu­schi gra­vitino in­tor­no a que­sta fre­quen­za pen­ta­go­na­le del φ e alla sua dop­pia, piut­to­sto che a quel­la a 4 quar­ti di qua­dra­to e ret­tan­go­lo; né si può pensare di contare su una spirale logaritmica adattata ad ogni caso, per potervi enunciare una legge della natura.

    Tuttavia lo sforzo im­pie­ga­to nel con­se­gui­re una ve­ri­fi­ca con­vin­cen­te, ha sti­mo­la­to una nu­o­va os­ser­va­zio­ne: no­no­stan­te le pos­si­bi­li ap­pros­si­ma­zio­ni e di­ver­si­tà, la ten­den­za di sva­ria­ti mo­del­li di Na­u­ti­lus te­sta­ti ri­af­fer­ma una pro­por­zio­ne sta­bi­le che non si può tra­scu­ra­re: il va­lo­re me­dio spe­ri­men­ta­to o­scil­la in­tor­no a 0.4495, che si può rav­vi­sa­re come una co­stan­te, ri­sul­ta­to di 161.8°, un φ ×*100 /360.
    spirale su Nautilus con passo φ di 161.8°
    Forse dovremmo i­sti­tu­i­re una spe­cia­le fre­quen­za au­rea?
    In que­sto caso la for­mu­la sa­reb­be nien­te­me­no che:
    R = φ ±P/(φ×100)
    In verità l'ho subito ri-ap­pli­ca­ta, ot­ti­miz­zan­do i pa­ra­me­tri di di­spo­si­zio­ne, con un e­si­to (fig. a lato) che non la­scia dub­bi. Si può pure no­ta­re che il pri­mo sta­dio si svi­lup­po si con­fà ad una spi­ra­le per­si­no dop­pia del­la ‘clas­si­ca’ (in ros­so), per poi nor­ma­liz­zar­si ra­pi­da­mente.

    Ma la partita non è af­fat­to e­sa­u­ri­ta: eccoci alle prese con un cam­pio­ne di na­u­ti­lus ai rag­gi-X. Al primo test non ho dovuto certo faticare, il risultato gra­ti­fi­ca lo scopo prefissato; sebbene una probabile leggera in­cli­na­zio­ne o­riz­zon­ta­le possa aver compresso i lati destro e sinistro rispetto ad alto e basso.
    (Ad un confronto postumo la foto sembra non tanto regolare; ma poiché il la­vo­ro svolto rende abbastanza bene una certa idea, la lascio com'è).
    L'aspetto interessante è come la spirale a 90° (rossa – struttura qua­dri­po­la­re) seguita dalla 144° (viola – struttura pentagonale) preludano ad una re­ci­pro­ca com­pen­sa­zio­ne intorno ai 36° del nostro diagramma.
    Intendo quel­l'as­se­sta­men­to in crescita del mollusco, mantenuta senz'altro co­stan­te dai 130° in poi, CVD.
    È il tratto di curva del guscio al lato superiore della doppia freccia, che de­li­mi­ta più o meno un semicerchio in cui il settore rosso rispetto al viola po­treb­be­ro avere ampiezze in rapporto aureo tra loro; ma non mi inoltrerò a tanto; c'è quanto basta a verificare la consistenza dell'attributo aureo connesso al pen­ta­go­no con­cavo.
    Con buona pace dei patiti di Fibonacci poiché, qualunque possa risultare il pa­ra­me­tro più corretto da applicare, la spirale che definisce il Nautilus non ha as­so­lu­ta­men­te niente a che fare con la pseudo spirale attribuita al ma­te­ma­ti­co dal grande pubblico.
    Voglio sottolineare ancora una volta che la serie numerica di Fibonacci non è che un surrogato popolare del rapporto aureo, che non raggiungerà mai,; il suo merito primo, oltre a questioni di allevamento, è quello di introdurre in un modo concreto ad alcune proprietà della sezione aurea, che è un'entità tra­scen­den­te, tutti coloro che non la conoscevano, o che non l'hanno ancora ben focalizzata.


    Chi vorrà cimentarsi con la console scoprirà presto che vi sono molti modi di affrontare, ruotare, dimensionare una spirale su una figura, nonché cen­trarla, giacché è più facile regolarsi sul profilo esterno che sul centro di figure non abbastanza grandi; se ritoccare il raggio poteva sor­pren­de­re per eccesso di contrazioni~espansioni, ora l'ho risolto (vedi help); e alla fine si possono accreditare i compromessi per svariate soluzioni dello stesso caso, da ritenere soddisfacenti.

    Altri esempi naturali, a riprova di quanto ho sostenuto fin dall'inizio della presentazione dei cerchi aurei, si trovano riportati nei vari passaggi della trattazione.
    [continua…]

    Il segreto della ‘spiraloide’



    la Spirale Aurea più ammirata


    Come già in passato, devo pregare il lettore, soprattutto lo stu­dio­so, di tener pre­sen­te che tutto il contenuto di queste pagine si è grandemente svi­lup­pa­to e com­piu­to nel corso di una ricerca, di cui co­no­sce­vo appena lo spunto iniziale, ma certo non il traguardo.
    Esso è maturato di parte in parte, per cui aggiunte ed aggiornamenti tec­ni­ci e con­cet­tua­li sono stati oggetto di un continuo arricchimento (o al­me­no lo spero), ma in modo non del tutto preordinato e privo di ri­pe­ti­zioni.
    Ho dato precedenza ai concetti di getto a spese della stesura si­ste­ma­ti­ca soltanto iniziale, sia destinati a chi legge che appunti per me stes­so, po­ten­zial­men­te ancora utili e, come già mi è ca­pi­ta­to, ne è uscito un sag­gio che dovrei riscrivere ex novo.
    Ma il tempo corre, e ne ho speso tanto, a qualsiasi ora del giorno e di qual­che not­te... Del resto, se ad es. mi fossi deciso a redigere al meglio il trat­ta­to sul π, come forse avrei dovuto fare, quest'ultimo lavoro non a­vreb­be probabilmente mai pre­so for­ma e contenuto; ragion per cui pre­fe­ri­sco averli svolti entrambi.